Le rigide regole da rispettare per
essere ammessi nella sala da ballo dell'Almack's, di cui si può
leggere un esempio e una testimonianza in questo post,
sono riportate anche nel romanzo “Il dandy della Reggenza” di
Georgette Heyer.
Judith Taverner, una ricca signorina e
Peregrine detto Perry, il fratello, un poco più giovane, giungono a
Londra dalla loro residenza in campagna, con l'intenzione di entrare
a far parte del bel mondo. Ad aiutarli, benché senza troppo
entusiasmo, il loro tutore, il conte di Worth, e una parente di lui,
la signora Scattergood.
La scena seguente vede i due fratelli che, avendo ottenuto l'invito per
una serata da Almack's, sono in carrozza diretti a quella volta, con la loro chaperon.
La signora Scattergood, troppo occupata dalla propria toletta e da quella di Judith, non ebbe la possibilità di pensare a Peregrine; e soltanto quando la carrozza era già a metà strada, si accorse che questi indossava calzoni lunghi trattenuti da una striscia sotto le scarpe. Diede in un gridolino soffocato: “Perry! Bontà divina, si è mai visto nulla di altrettanto esasperante? Peregrine, come avete osato mettervi quella roba! Oh, bisogna fermare immediatamente la carrozza! Nessuno – nessuno, capite? neppure il reggente! – può venire ammesso da Almack’s con calzoni come quelli! Calzoni al ginocchio, sciocco, impossibile ragazzo! Rovinerete tutto. Fate fermare immediatamente la carrozza! Dovete scendere”.Inutilmente Peregrine protestò; non comprendeva quanto fossero inflessibili le regole di Almack’s; doveva andare a casa e cambiarsi d’abito – e neppure questo sarebbe stato sufficiente se si fosse presentato alla porta un solo minuto dopo le undici: lo avrebbero rimandato indietro.
Oltre a non transigere sull'orario,
infatti, anche l'abbigliamento doveva rispettare determinati canoni.
“Il dandy della Reggenza” è,
a ragione, uno dei romanzi più famosi di Georgette Heyer; fra i
personaggi figura anche il dandy per eccellenza, George Beau
Brummell.