Un'altra citazione da "Daniel Deronda", romanzo di George Eliot, a questo link:
Daniel Deronda – George Eliot * citazione #3 – Le storie di Ella S. Bennet (home.blog)
Un'altra citazione da "Daniel Deronda", romanzo di George Eliot, a questo link:
Daniel Deronda – George Eliot * citazione #3 – Le storie di Ella S. Bennet (home.blog)
A questo link un'altra citazione dal romanzo
Daniel Deronda – George Eliot * citazione #2 – Le storie di Ella S. Bennet (home.blog)
Questo brano mi ricorda tanto un famoso incipit...
Alcuni dei miei lettori reputeranno senz’altro incredibile che la gente costruisse prospettive matrimoniali sulla semplice voce che uno scapolo di belle speranze sarebbe presto stato a portata di mano, e si rifiuteranno di crederci giudicandolo un mero sbocco di bile. Saranno pronti a sostenere che né loro né i loro cugini di primo grado hanno menti tanto sfrenate, e che la natura umana non contempla né nutre simili pensieri perché è consapevole che potrebbero rivelarsi illusori. Tuttavia, converrebbe osservare che qui non si narra nulla che riguardi la natura umana in generale: la storia, allo stadio attuale, riguarda soltanto un ristretto numero di persone in un angolo del Wessex; persone la cui reputazione era inattaccabile e che, la mia posizione posizione mi permette di affermarlo con orgoglio, erano in buoni rapporti con esponenti di rango.
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Una citazione da "Persuasione", la trovate qui:
Persuasione – Jane Austen * citazione – Le storie di Ella S. Bennet (home.blog)
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Per l'aristocrazia del “ton” v'era la letteratura del “ton”, che si faceva raccomandare, si può dire, soltanto per il suo “ton”: fogli scandalistci come “Age”; le riviste della Londra eccentrica, grandemente apprezzate per le loro illustrazioni eleganti o per la profonda devozione con la quale seguivano le evoluzioni dei rapporti tra il Reggente e Carolina, che uscivano con titoli evocatori, quali “La Belle Assemblée”, ovvero “Bell's Court and Fashionable Magazine” e “The New Bon Ton Magazine”.
Il ballo durava fino al mattino di giovedì; ma l'entrata al ballo era fissata rigidamente, molti dicevano crudelmente, a non più tardi delle 23, non un minuto più tardi. George Ticknor, editore americano e grande cosmopolita, udì per caso all'Almack's il dialogo seguente, che ricordò per il resto della sua vita:«Lady Jersey, il duca di Wellington è qui e chiede d'essere ammesso al ballo.»«Che ora è?»«Sono le undici e sette, vostra signoria.»(Breve pausa, poi con enfasi e parlando molto distintamente)«Porgete i miei ossequi... Porgete al duca di Wellington gli ossequi di lady Jersey, e ditegli che è molto lieta che l'applicazione della norma d'esclusione cada per la prima volta su di un personaggio così noto, perché d'ora in poi nessuno oserà più formulare delle lagnanze, non può essere ammesso.»
(titolo originale “ Romancing Mister Bridgerton (Bridgertons Book 4) ” pubblicato nel 2002; edizione italiana da me letta del 2021, traduz...