Al
momento ho letto i primi tre romanzi della saga de “Le sette
sorelle”, ovvero “Le sette sorelle – La storia di Maia”,
“Ally nella tempesta” e “La ragazza nell'ombra”.
Già
dopo i primi due volumi ho rilevato che ogni romanzo (almeno i primi
tre, ma sono sicura che lo siano tutti, per lo meno i primi sei) è
costruito secondo uno scema fisso. La narrazione inizia ai giorni
nostri, dopo che le sorelle ricevono la notizia della morte di Pa'
Salt, il loro padre adottivo; nell'eredità che ciascuna riceve da
Pa' Salt ci sono degli indizi che possono condurle a scoprire la loro
origine, la loro vera famiglia. Per quanto titubanti, le giovani
donne decidono di seguire queste tracce, ciascuna da sola. La ricerca
fa sì che in ciascun romanzo vi sia la storia di una famiglia – in
particolare di una donna – a partire da circa un secolo prima; tale
storia è la parte più corposa del romanzo e viene suddivisa in tre
parti, intervallate dalle vicende che avvengono al presente; la parte
finale è ovviamente anch'essa al presente. Vi è un certo numero di
figli illegittimi e figli abbandonati... E nelle vicende del passato
compaiono, in modo anche abbastanza rilevante, persone realmente
vissute e molto famose.

Inoltre
l'incipit (almeno nei primi quattro romanzi) è sempre lo stesso,
penso che le leggere differenze siano dovute ai diversi traduttori:
Ricorderò
sempre alla perfezione dov’ero e cosa stavo facendo quando mi
dissero che mio padre era morto.
Anche
se personalmente preferisco le narrazioni che rimangono sullo stesso
piano temporale, sono quasi a metà lettura della saga e conto di
finire di leggerla in poco tempo.
La
Riley sa tenere sempre accesa la curiosità del lettore e direi che
ha – anzi aveva, purtroppo - doti di narratrice decisamente
notevoli.
Le sette sorelle – la saga – Lucinda Riley * riflessione – Le storie di Ella S. Bennet (home.blog)